Gabre arriva in Italia a 14 anni. Lui e la sua famiglia decidono di allontanarsi da casa, nonostante i dubbi e le paure, per cercare un futuro migliore, più stabile e luminoso. Ma quello che Gabre trova arrivando nel nostro Paese è molto diverso da ciò che si aspettava. Ad attenderlo, infatti, ci sono pregiudizi, diffidenza e una comunità che fatica ad aprirgli le proprie porte. È in questo momento di difficolta che Gabre si ritrova a frequentare quelle che sua madre definisce “compagnie sbagliate”: altri giovani che, come lui, faticano a trovare il proprio posto nel mondo.
Una sera, in un locale frequentato da Gabre e dal suo gruppo di amici, scoppia una rissa. Tutto avviene molto velocemente e, in pochi attimi, si verifica lo scenario peggiore: un giovane perde la vita. La morte del ragazzo porta Gabre, appena diciannovenne, ad essere arrestato e condannato a 10 anni di carcere. Il mondo gli cade addosso.
Durante la detenzione, però, Gabre si mette in luce per il suo impegno e la sua voglia di riscatto e, grazie al progetto #RipartoDaMe, un percorso di formazione e accompagnamento al lavoro rivolto alle persone detenute della II Casa di reclusione di Milano Bollate, viene selezionato per lavorare nel ristorante di un hotel di lusso.
L’esperienza è talmente positiva che l’hotel decide di offrire a Gabre un contratto di lavoro a tempo indeterminato: una firma che gli cambia la vita, permettendogli di trasformare in realtà il sogno che lo aveva spinto a fuggire da casa molti anni prima.
“Sono il primo detenuto del progetto #RipartoDaMe ad aver ottenuto un contratto di lavoro a tempo indeterminato e da due anni mi è stato concesso il rientro nel mio domicilio, che mi permette di essere più vicino ai miei figli.”