Le persone rifugiate sono coloro che “temendo a ragione di essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche, si trovano fuori del Paese di cui sono cittadine e non possono o non vogliono, a causa di questo timore, avvalersi della protezione di questo Paese; oppure che, non avendo cittadinanza e trovandosi fuori del Paese in cui avevano residenza abituale a seguito di tali avvenimenti, non possono o non vogliono tornarvi per il timore di cui sopra”. Convenzione di Ginevra, 1951, Art. 1
Nel 2021, 89.3 milioni di persone, nel mondo, sono state costrette a fuggire a causa di persecuzioni, conflitti, violenza, violazioni dei diritti umani o eventi che hanno gravemente turbato l’ordine pubblico. Di queste, 27.1 milioni sono persone rifugiate, di cui 144.862 hanno cercato accoglienza nel nostro Paese.
Le persone rifugiate che arrivano in Italia hanno profili estremamente eterogenei. La comunità dei rifugiati afghani, ad esempio, è composta per il 40% da laureati, uomini e donne, che parlano un ottimo inglese e hanno avuto esperienze professionali pregresse significative, ricoprendo ruoli di rilievo.