Da profughi a lavoratori integrati

Famiglia Cristiana

22 Maggio 2016

Con i corridoi umanitari, la Comunità di Sant’Egidio e la Federazione delle Chiese evangeliche stanno portando in Italia mille profughi con voli aerei e con un permesso umanitario. È il vero modo per evitare i morti in mare e contrastare il flusso di denaro ai trafficanti, che altrimenti rimangono l’unica via per giungere in Europa. Si tratta di vittime del dramma siriano: bambini senza una gamba per le bombe, vedove con figli, famiglie con case distrutte.
Ma il progetto non si limita a portare in Italia i profughi in modo sicuro. Qui inizia un percorso d’integrazione: un luogo dove vivere, l’asilo politico e un impiego sono la chiave verso la riconquista dell’autonomia.
Per l’inclusione lavorativa è scesa in campo, a titolo gratuito, la Fondazione Adecco per le Pari opportunità con il progetto “Dimensione lavoro”, in più fasi: alfabetizzazione, corsi d’italiano, formazione professionale, inserimento in azienda. In questi giorni, la Fondazione ha lanciato una campagna per allargare il progetto ad altre società attraverso azioni specifiche: l’intervento dei manager a giornate di orientamento, inserimento dei profughi in esperienze di lavoro, coinvolgimento dei propri dipendenti in momenti di sensibilizzazione.
L’impegno di Adecco in iniziative di questo genere non è nuovo. Nei 15 anni di vita ha promosso 385 progetti, destinati a 7689 persone.
Giovani con situazioni di fragilità scolastica, ragazzi Down che si sono sperimentati in un prestigioso albergo milanese, donne vittime di abusi che ritrovano la forza data dall’autonomia economica. Risultati resi possibili grazie ai 5,7 milioni di euro erogati dal Gruppo Adecco. Spiega Claudio Soldà, segretario della Fondazione: «Accompagnare i soggetti con svantaggio è determinante per aumentare la loro consapevolezza nelle scelte professionali. Nel contempo cerchiamo di sensibilizzare le aziende sul tema della diversità e per sviluppare con noi progetti di inclusione».