
Lo scorso 13 novembre, Francesco Reale, Segretario Generale di Fondazione Adecco, ha partecipato all’evento “Il SAI enzima di sviluppo territoriale: la centralità dei Comuni”, un’iniziativa di grande rilevanza dedicata al dialogo tra sistemi di accoglienza, territori e imprese, ospitata nella prestigiosa cornice dell’Assemblea annuale di ANCI.
Il nostro Segretario Generale ha preso parte alla tavola rotonda “Valore e ostacoli nella relazione tra sistemi di accoglienza e tessuto imprenditoriale”, durante la quale ha dialogato con Raffaele Ieva (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali), Carlo Trestini (ANCE), Chiara Cardoletti (UNHCR), il Prefetto Gennaro Capo (Ministero dell’Interno) e Gianguido D’Alberto (Sindaco di Teramo e Delegato ANCI Immigrazione).
Nel suo intervento, Francesco ha evidenziato il ruolo di Fondazione Adecco come attivatore di processi di coordinamento tra Comuni, sistemi SAI, imprese, centri per l’impiego, terzo settore e attori formativi, con l’obiettivo di trasformare l’accoglienza in una leva di sviluppo locale.
Un impegno che si traduce anche nella costruzione di percorsi personalizzati, capaci non solo di favorire l’inclusione sociale, ma anche di abilitare competenze, autonomia e partecipazione economica delle persone accolte.
Tra i risultati raggiunti: un aumento degli inserimenti lavorativi sostenibili, un maggiore coinvolgimento delle imprese e la creazione di alleanze operative tra servizi pubblici e privati, che rafforzano le competenze e la coesione della rete territoriale.
Un altro tema centrale dell’intervento è stato il cambio di paradigma nella collaborazione pubblico–privato, verso un modello di co-governance condivisa tra enti locali, aziende e organizzazioni internazionali.
Il lavoro è stato posto al centro del dibattito come strumento di partecipazione, autonomia e cittadinanza attiva, non come punto di arrivo, ma come mezzo per generare valore per l’intera comunità.
In questa prospettiva, le corporate partnership e le reti territoriali diventano veri e propri laboratori di inclusione, dove si sperimentano nuove forme di prossimità, reciprocità e responsabilità condivisa — un passo concreto verso la costruzione di comunità più collaborative e inclusive.
Accrescere la consapevolezza del valore di questo patrimonio può contribuire a sviluppare una nuova narrazione che consenta ai Sindaci di Comuni grandi e piccoli, costieri e dell’entroterra di valorizzare, nel dialogo con le comunità residenti, la scelta dell’accoglienza in un’ottica di sviluppo locale.
Un esempio concreto è rappresentato dal Comune di Canicattini Bagni, guidato dal Sindaco Paolo Amenta, che ha saputo attuare un modello di governance locale virtuosa: una leadership politica capace di creare le condizioni affinché stakeholder diversi — istituzioni, imprese, terzo settore — possano cooperare con un mindset orientato alla costruzione di una comunità inclusiva.

